Giocatori leggendari

           Augusto Frullani (Monte San Savino 1858 – 1940), avviato dal padre Agostino, a sua volta giocatore di gran talento, all’esercizio del pallone rivelò fin dagli esordi ottime qualità tecniche che unite ad una potenza fisica notevole lo fecero annoverare tra i migliori ed insuperabili battitori di ogni tempo.

Giocò nei principali sferisteri raccogliendo ovunque glorie ed onori.  Con il pratese Bruno Bianchini ed il fiorentino Giovanni Ziotti costituì un terzetto insuperabile. Vero primatista della volata, era in grado di inviare, più volte di seguito, il pallone dalla battuta ad oltre 100 metri. Le testimonianze di questi suoi colpi magistrali si trovavano affisse nelle lapidi degli sferisteri di Bologna, Firenze, Milano e di altre città. Fu enfaticamente definito dai suoi numerosissimi estimatori “il primo giocatore del mondo”. 

Nella sua lunga carriera di giocatore guadagnò cifre ingenti che in parte dilapidò, nonostante l’accorto controllo della moglie, in avventure amorose con le più belle donne del suo tempo.

Dante Ulivi (Monte San Savino 1868 – Milano 1953), si contraddistinse come giocatore eclettico, polivalente, capace di giocare ad alto livello in tutti i ruoli, un jolly eccezionale. Alle doti tecniche univa una serietà e professionalità tali da essere considerato un vero “signore” nel variopinto mondo del pallone. Il De Amicis, che ebbe modo di vederlo giocare a Torino, ne tessé le lodi nel suo celebre libro: “ La correttezza e la grazia della scuola toscana sono incarnate nell’Ulivi, una figura di giovane amoroso di compagnia drammatica, battitore, spalla e terzino di egual valentia, il giocatore più sereno della squadra, il solo che non nomini mai invano il nome di Dio, e simpatico a tutti…”. Gestì, prima di trasferirsi definitivamente a Milano nel 1912, gli sferisteri di Livorno e di Arezzo. Giocò fino all’età di 47 anni.

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